The Gecko Brothers Official Website | Drunkabilly Records Official Website
The Gecko Brothers - Stop Bitchin' Start Drinkin' Cover
Artist: The Gecko Brothers
Location: Breda (Holland)
Line-up:

Mo Gecko (vocals), Eric Gecko (guitar), T.H. Gecko (bass), Mr. J. Gecko (drums)

Album: Stop Bitchin' Start Drinkin'
Label & Pubblication Year: Drunkabilly Records, 2003
Tracklist: Hail To The Drinkpimp / Fuck Shit Up / Time To Die / My Favorite Bar / Give That Bitch A Beer / Let's Have Some Violence / One Loud Fuckin Family / Six Little Friends / Bartender / Lock 'm Away / Let's Get Drunk / Orang Outang Boogie / On Our Way (To Elray)
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Smettetela di bere ragazzi, guardate che mega trancio di ragazza è davanti a voi sul ciglio della desertica highway to hell! Basta con il Jack Daniel's e la Budweiser, è tempo di fare ben altro, parcheggiate la vostra texas mobile e dateci dentro! No accidenti, i The Gecko Brothers suggeriscono l'esatto contrario e quindi ci dovremo adeguare a vedere paesaggi doppi! La prima volta che ho dato uno sguardo alla copertina di questo "Stop Bitchin', Start Drinkin'!" mi è balenato il ricordo di Corey Parks, biondona procace ex bassista dei Nasville Pussy ed ora nei Die' Hunns con Duane Peters. Insomma dato l'artwork, che ci si poteva aspettare dai 4 olandesi volanti di Breda? Ma certo, solo potente, duro e veloce rock'n'roll nella tradizione dei padri Motorhead. E così avviene appena attacca l'opener "Hail To The Drinkpimp", con la propria introduzione visceralmente puttanesca. Questi 4 fratelli, veri, presunti o falsi, randellano a 200Km/h o a 61.1111111 m/s, come suggerisce la malefica calcolatrice di Google. Formati da musicisti provenienti da altre bands: in particolare Eric (Batmobile) e Mo (ThunderMug) i The Gecko Brothers, dopo il demo "Lock 'm Away", sono passati nel roster della Drunkabilly Records, che nei primi del Dicembre 2003, ha dato alle stampe questo grezzo attacco sonoro, registrato presso il Void Studio di Eindhoven, sotto la guida dell'esperto Pieter Kloos (già impegnato con le produzioni di Peter Pan SpeedRock, The Spades, 7 Zuma 7, etc.). 35 minuti e 59 secondi che pompano un'inesauribile energia, fra uno spietato guitar working, una arrembante batteria e chorus diretti come un cazzotto di Mike Tyson. Il piacere del sottoscritto è stimolato all'ennesima potenza dal massacro a titolo "Time To Die", dalle voci al femminile che spuntano nei chorus della posseduta "Let's Have Some Violence", dal rock'n'roll fiero e scanzonato di "One Loud Fuckin' Family" fra AC-Dc ed un lieve retrogusto southern! Questa furente famiglia arriverà nella vostra città, ruberà le vostre donne, farà esplodere i vostri cervelli, riempirà i vostri boccali con una sostanza di colore simile alla birra, ma da sempre espulsa dal corpo umano, quindi non avete scelta: inginocchiatevi e adoratela! Questo è in sintesi il messaggio che Mo urla senza tregua. "Bartender" è talmente furiosa da ricordare gli Zeke oppure bands meno blasonate, ma assai valide quali: The Dontcares, Red Hot Lovers, Bitchin'Camaros, etc.. Poi via con gli incandescenti solos di "Lock 'm Away" e con la pubblicità pro-regresso di "Let's Get Drunk" che consiglia di sopire nell'alcool l'ultima delusione amorosa, perchè da queste parti si è troppo orgogliosi per poter piangere! E a dare fine all'ascesa dell'inferno sulla terra ci pensano la smidollata "Orange Outang Boogie" e la rallentata "On Our Way (To Elray)". Assolutamente kick ass!

Recensione Realizzata da Bruno Rossi.
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